La mia ricerca personale nel campo dello spettacolo inizia a quattordici anni quando scopro di avere un problema alle ginocchia che mi costringe a non poter praticare alcuna attività fisica fino ai sedici anni, quando incontrerò il teatro fisico durante il liceo. In quel momento scoprii di potermi muovere senza traumi e da allora il movimento diventò un motore di ricerca personale per scoprirmi ed evolvermi. Inizio così incessantemente a studiare danza, teatro, pedagogia con diversi artisti e pedagoghi, tra i più significativi: Teatro Tascabile di Bergamo, Odin Teatret, Cinzia Delorenzi, Giuseppe Asaro, Giorgio Rossi, Mandiaye N’Diaye (e troupe Sant Yalla). A diciotto anni ho fondato il mio primo gruppo teatrale giovanile autonomo e proseguo poi la sua esperienza con Compagnia Brincadera (BG, Italia). Ho lavorato in Senegal con Mandiaye ‘Ndiaye (ex-teatro delle Albe) e la troupe Sant Yalla allo spettacolo GNARI GNOXONDEEM, a una tournée di laboratori con la Cooperazione Italiana e ho organizzato OPERA LAMB.
Dal 2014 collaboro con il Festival In Necessità Virtù (Bergamo –IT-), un festival che indaga la fragilità attraverso le forme d’arte. Insieme abbiamo creato il progetto Anch’io Teatro, attivo in Italia e in Svizzera, che esplora l’arte performativa in contesti di fragilità, creando realtà inclusive (https://www.youtube.com/watch?v=k_4JMcKV_90).
La ricerca attraverso il corpo e il movimento, è diventata motivo per andare sempre più a fondo dell’umanità e a trent’anni decido di esplorare maggiormente e mi approccio al Parkour con l’associazione ParkourWave (IT), dove scopro le infinite potenzialità del corpo in relazione all’ambiente naturale e urbano. Attualmente sono in formazione presso Rhizoma/le pratiche dell’ascolto. Percorso di formazione in pratiche somatiche integrate, scuola itinerante e in natura condotta da Cinzia Delorenzi (danzatrice, coreografa, formatrice –IT-). In questa formazione, che è stata rivelatrice, ho studiato BMC ®, Danza Sensibile ®, Embriologia, ascolto cranio sacrale, tocco, creazione, ascolto, accompagnamento nel movimento, elementi della trasmissione e ho fatto ritiri intensivi in natura (foresta, mare, deserto). Queste ultime esperienze di studio e ricerca mi hanno portato al desiderio e alla volontà di tornare in scena dopo gli anni giovanili e gli anni dedicati alla pedagogia. In questi ultimi anni di studio e ricerca ho scoperto una delle mie verità: solo attraversando il corpo è possibile conoscere, guarire e fare poesia.
Dal 2018 ho aperto MIRARI guardare al mondo con occhi di meraviglia (Bellinzona –CH-) per poter operare nel campo della formazione e della performance. Con MIRARI e il progetto Anch’io teatro partecipo ad un tavolo di lavoro a cui aderiscono Accademia Teatro Dimitri, Associazione Danzabile e Giullari di Gulliver (CH) che ha l’obiettivo di creare le condizione affinchè la figura del perfomer con disabilità possa essere riconosciuta a livello istituzionale.
Dal 2019 insieme a Elisenda Kirchmayr (coaching trans personale, musico terapeuta) e Andrea Grancini (Theatre Practitioner and Bodyworker) (MLT) stiamo elaborando un progetto internazionale CO-CREATION concepito per lo sviluppo personale e del gruppo e per la creazione di materiale performativo autentico.
Nel 2020 con MIRARI sto producendo la mia perfomance di danza contemporanea HYBRID le sirene parlano a me, con la regia di Giuseppe Asaro e il sostegno di Teatro del Gatto. HYBRID è un atto performativo che utilizza materiali dell’esperienza di vita personale. E’ uno spettacolo che si è costruito nel tempo senza l’ansia produttiva dal 2013 ad oggi, al desiderio di raccontare e di fare poesia. HYBRID le sirene parlano a me, in questi anni, infatti ha significato principalmente ascolto: portare alla luce materiali di ricerca autentici che appartengano intimamente a ciò che la creazione vuole rendere manifesto. Siamo esseri ibridi, ci definiamo per generi e forme ma in ognuno di noi ci sono anche tutti gli altri e tutto il resto. Chiunque tu sia e chiunque io sia, ci apparteniamo, siamo fatti della stessa sostanza. E possiamo (lasciarci) amare.